La classe operaia va in paradiso

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La classe operaia va in paradiso (Italia 1971, col, 125') Elio Petri. Con Gian Maria Volontè, Mariangela Melato, Mietta Albertini, Salvo Randone, Gino Pernice, Luigi Diberti. L' operaio Lulù Massa (Volonté) è un eccellente metalmeccanico odiato dalla maggior parte degli operai per la sua dedizione estrema al lavoro ma allo stesso tempo amato dal capo dell'azienda che lo considera un esempio per tutta la fabbrica. La perdita di un dito, mozzato proprio da quella macchina di cui lui stesso si considera un bullone provoca uno scisma tra lui e la fabbrica. Si ritrova infatti ad aderire alla protesta dei “compagni”, che disprezzava, perdendo il lavoro e la sua donna. Lo stesso partito poi riuscirà a farlo riassumere restituendogli quella che per lui era la sua vita.
Un film di denuncia che fa riflettere sulla condizione dell'operaio reso inumano dal proprio lavoro. Agghiacciante il rapporto sessuale che ha l'operaio (Lulù Massa) con una collega, dimostrazione pura della sua caduta sfrenata verso la follia causata dai ritmi lavorativi frenetici e alienanti che lo portano inconsciamente o forse consciamente a una totale crisi di nervi. Volontè si adatta perfettamente al ruolo scritto da Petri e Ugo Pirro come aveva già fatto nel precedente “Indagine su un cittadino al di fuori ogni sospetto”. Monumentali le musiche di “Ennio Morricone”. Palma d' oro a Cannes insieme a “il caso Mattei” di Rosi.